La brachimetatarsia è una condizione clinica caratterizzata da una brevità del 4 metatarso e, di conseguenza, del 4 dito del piede che spesso risulta sovrapposto al terzo e al quinto dito. Può essere associata ad altre deformità, in particolare ad una brevità del primo metatarso, configurando quella che viene descritta come sindrome di Morton (diversa dal neuroma di Morton). Si tratta di una patologia non presente alla nascita ma che si manifesta intorno al 7-9 anno di vita ed è legata alla prematura chiusura del nucleo di accrescimento del quarto metatarso. Può avere cause congenite o più raramente traumatiche. Ha una netta prevalenza nel sesso femminile con una rapporto donna/uomo di 25:1. Ha una incidenza nella popolazione generale di 0,2-0,5% e nel 90% dei casi coinvolge il 4 metatarso, manifestandosi in un solo lato o in entrambe i piedi.
Si tratta di una patologia non presente alla nascita ma che si manifesta intorno al settimo/nono anno di vita ed è legata alla prematura chiusura del nucleo di accrescimento del quarto metatarso. Può avere cause congenite o più raramente traumatiche. Ha una netta prevalenza nel sesso femminile con una rapporto donna/uomo di 25:1. Ha una incidenza nella popolazione generale di 0,2-0,5% e nel 90% dei casi coinvolge il 4 metatarso, manifestandosi in un solo lato o in entrambe i piedi.
La brachimetatarsia è una condizione importante che può avere delle ripercussioni sia sul piano estetico che funzionale.
Sebbene la diagnosi venga effettuata facilmente dal paziente, è fondamentale una visita specialistica per discutere e pianificare il percorso di cura.
Per decidere il percorso terapeutico del paziente il medico si avvale dell’ausilio di una radiografia del piede in carico. Si tratta di un esame eseguito con il paziente in piedi, perché è in piedi che il piede lavora ed è in piedi che si manifesta la patologia. Ecografia, Risonanza magnetica (RM) e tomografia computerizzata (TC) sono indagini di secondo livello, utili in determinate situazioni, ma che spesso forniscono al chirurgo meno informazioni rispetto alla radiografia, in quanto eseguite in clinostatismo (sdraiati).
Attualmente le tecniche chirurgiche hanno subìto una importante evoluzione rispetto al passato, a partire dall’anestesia e dal controllo del dolore post-operatorio. L’anestesia spinale e l’anestesia generale hanno lasciato il posto ad una anestesia periferica. Attraverso una puntura eseguita dietro il ginocchio, viene anestetizzata solo la parte compresa tra il ginocchio ed il piede. Viene quindi associata una sedazione che, eliminando i rischi della anestesia generale, consente al paziente di non avvertire ansia e, spesso, di risvegliarsi direttamente alla fine dell’atto chirurgico.
L’obiettivo della chirurgia è quello di ristabilire la corretta lunghezza relativa dei metatarsi secondo dei parametri ben definiti, ristabilire la lunghezza delle dita e ricreare un piede armonico, funzionale ed esteticamente piacevole. Esistono varie tecniche, tra cui le più frequentemente utilizzate prevedono l’utilizzo di un mini-fissatore esterno per allungare gradualmente il metatarso o l’uso di placche, viti e/o fili metallici per ottenere una correzione immediata.
Considerando che molto di frequente per motivi estetici e funzionali sono richieste più correzioni oltre all’allungamento del metatarso e per evitare l’uso del fissatore esterno, spesso mal tollerato, io utilizzo una tecnica chirurgica “one step” per ottenere una correzione immediata e definitiva.
La tecnica più che utilizzo più frequentemente utilizzata è il frutto di varie evoluzioni di tecniche precedenti. Viene effettuato un taglio dell’osso del 4 metatarso per riportarlo nella posizione ideale con l’aiuto di osso sintetico (senza nessun prelievo dal paziente stesso e senza l’utilizzo di osso da cadavere) e, in base ai casi specifici, uno o più “buchini” per correggere le altre deformità e regalare un piede bello e funzionale. Oltre a correggere la funzionalità del piede, è possibile correggerne anche l’estetica, migliorando la forma e la lunghezza delle dita e diminuendone il diametro in modo da ottenere un piede dall’aspetto più piacevole e che calzi più facilmente le scarpe desiderate, anche le più affusolate e con un tacco alto.
L’intervento viene eseguito generalmente in day surgery. Il paziente entra in ospedale al mattino e torna a casa la sera stessa.
Ritorno alle attività
Dal giorno successivo all'intervento, quando la sensibilità è completamente recuperata, il paziente può camminare appoggiando completamente il piede, indossando una scarpa post-operatoria specifica per questo tipo di chirurgia.
Il primo controllo viene effettuato a 15 giorni circa dall'intervento chirurgico. Durante questo controllo vengono rimossi i punti di sutura ed eseguito un secondo bendaggio. A 4 settimane circa dall'intervento viene eseguito un secondo controllo, durante il quale vengono rimossi tutti i bendaggi ed il paziente può tornare a caricare senza alcun ausilio indossando un paio di scarpe comode. A 4-6 settimane il paziente può tornare a guidare. Il completo recupero avviene generalmente a 2/3 mesi di distanza dall'intervento chirurgico. Il paziente può tornare a praticare attività sportive da contatto a 3-4 mesi. La riabilitazione al passo in acqua o idrokinesiterapia, può aiutare il paziente a recuperare più rapidamente.