La sindrome pronatoria, nota anche come piede piatto, è un'alterazione comune della forma del piede, soprattutto durante la fase di sviluppo. Gli studi scientifici riportano che i neonati nascono con il piede piatto, e l'arco normale potrebbe svilupparsi completamente solo intorno all'età di 7-10 anni. Uno studio autorevole condotto su 835 bambini ha rivelato che il piede piatto flessibile è presente nel 54% dei bambini fino a 3 anni di età, con una diminuzione al 24% per quelli tra i 3 e i 6 anni. Solo l'1% di questi casi è stato classificato come "patologico".
Il piede piatto patologico può causare problemi più gravi in età adulta, come lesioni del tendine tibiale posteriore o patologie articolari sottoastragaliche e astragalo-scafoide, e talvolta può avere ripercussioni sul ginocchio, l'anca e la schiena.
La diagnosi di sindrome pronatoria richiede una visita specialistica. Tuttavia, i genitori possono avere un'indicazione osservando le impronte dei piedi del bambino quando è bagnato, come dopo un tuffo in piscina. Se sussistono dubbi, SmartHallux può fornire una valutazione basata su foto o video dei piedi del bambino presi da dietro mentre cammina. Il medico osserverà attentamente il paziente camminare a piedi nudi per definire la presenza della sindrome pronatoria o una eventuale sinostosi. Per una diagnosi accurata, è necessaria una radiografia di entrambi i piedi in posizione eretta.
La sindrome pronatoria nel bambino è spesso asintomatica e non richiede trattamento, rappresentando un'opinione condivisa dalla scienza, in contrasto con l'idea che i plantari siano una cura per il piede piatto dei bambini. Nel periodo compreso tra gli 8 e i 10 anni, la diagnosi diventa cruciale per eventuali interventi mininvasivi, possibile solo in questa fase fino a 13 anni nei maschi e 12 nelle femmine. SmartHallux si impegna a rivoluzionare la cura della sindrome pronatoria e altre comuni patologie del piede e della caviglia, offrendo le migliori tecniche chirurgiche, presidi ortopedici, strumenti e materiali di mercato. Il nostro obiettivo è garantire trattamenti di eccellenza in strutture private accessibili e finanziabili, eliminando i lunghi tempi di attesa della sanità pubblica e convenzionata. La nostra innovativa tecnica chirurgica sfrutta la crescita residua del bambino mediante l'inserimento di un'endortesi, una piccola vite in titanio, all'interno del seno del tarso. Questa vite "guida" la crescita residua del piede, correggendo la deformità. L'intervento bilaterale ha una durata di circa 3 minuti per lato e richiede l'applicazione di gessi in vetroresina su misura dal ginocchio al piede. Il bambino può camminare sulle gambe dopo l'intervento, accelerando il recupero. La rimozione dell'endortesi, se necessaria, è rapida e non causa perdita di correzione.
Recupero graduale
Circa 12 ore dopo l'intervento, il ragazzo può camminare sui gessi aiutandosi con due stampelle.
A 15 giorni dall’intervento, i gessi vengono rimossi ed il bambino torna gradualmente a camminare.
A circa 1 mese e mezzo dall’intervento il paziente può tornare a correre, mentre a 3 mesi dallo stesso è possibile tornare a praticare attività sportive da contatto.